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Per una doverosa azione chiarificatrice sulle ultime disposizioni legislative sulla certificazione sanitaria per la pratica sportiva, in attesa della definizione di tutta la tematica da parte del Ministero della Salute e dello Sport, abbiamo avviato una serie di approfondimenti e di riflessioni sia interne e sia interessando interlocutori istituzionali, politici e associativi.

Nell’ultima riunione di Presidenza Nazionale si è per tanto deciso di procedere in tal senso:

• una prima comunicazione contenente l’interpretazione che i dati e le circolari in nostro possesso ci hanno permesso di inquadrare (si veda in seguito) e sulla quale si è sviluppata una prima analisi curata dalla nostra Area Nazionale Sport e Salute
• un successivo momento di confronto e approfondimento nel contesto dell’Incontro di Avvio Anno Sociale, nel quale stiamo organizzando la presenza di relatori ministeriali, del Coni e di un giurista. Un momento quindi che oltre che a mettere a fuoco l’intera vicenda, ci permetta di cominciare a redigere un documento di riferimento per la deliberazione ufficiale da sottoporre al prossimo Consiglio Nazionale.

Fermo restando quindi quanto già in passato deliberato, stabilito o consigliato in termini di tutela sanitaria, in riferimento anche alle tipologie di attività sportive organizzate territorialmente, l’attuale interpretazione legislativa ci indica che:

“l’attività sportiva dell’USACLI a livello territoriale necessità almeno del certificato di idoneità sportiva non agonistica. Tale certificato deve essere rilasciato (come nel passato) dal medico di famiglia o dal pediatra relativamente ai propri assistiti ed è a pagamento”.